
Il mio amico Albertone, chiamato dagli amici “Cento cervelli” per la sua attitudine a far funzionare la capoccia, definiva “discussioni Strappamajette” quelle che si tengono al bar. Continua a leggere
Il mio amico Albertone, chiamato dagli amici “Cento cervelli” per la sua attitudine a far funzionare la capoccia, definiva “discussioni Strappamajette” quelle che si tengono al bar. Continua a leggere
di Moreno Carlini
Mi capita sempre più spesso di incontrare persone con un’età simile alla mia, che hanno un gran bisogno di parlare e di raccontarmi loro momenti privati.
L’argomento su cui atterrano dopo qualche chiacchiera a casaccio, non sono i nipoti, i viaggi, il lavoro, l’ultimo spettacolo visto, l’ultimo libro letto, ma più semplicemente il sesso…
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Ricevo e pubblico molto volentieri.
E faccio pure complimenti sinceri…
………………………
Moreno buonasera, sicuramente penserai che sono un fanatico, sbruffone e molto poco modesto però te lo chiedo lo stesso.
Quest’anno le mie tre figlie gemelle (Gioia, Stella e Giada) hanno fatto la maturità e tutte e tre in tre scuole diverse (liceo classico, Alberghiero e Ragioneria) sono uscite con 100 e lode.
A me e a mia moglie Moisa (commessa da Pensa), ma sicuramente anche a loro, farebbe molto piacere un post per elogiarle e complimentarsi con loro.
Lo so è una richiesta, te l’ho già detto, poco modesta, però nel tempo ne ho visti tanti di post di ragazzi spoletini che sono distinti in varie attività o discipline.
Grazie
Daniele Ceccarelli
di Lu Pajaccio
“Spoleto città d’arte”
pù però…..
“Quillu fregano davanti a stazione..!!”
“Quilli occhiali acciaccati la pamrotonda de piazza vittoria”
che schifo….sordi vuttati…!!!
“E lu core a San valentino…..e a stella a Natale….”
per carità……sordi vuttati…!!!!!
“A Cabina du Vento”
è ma…..li sordi.?!?!….ma n’se puntiono spenne mejo????
Mo io n’ve vorrebbe di gnente….ma po’ sta che n’ve sta vene mai n’cazzu????
ma se na fondazione…..che già fa tantissimo per la città….decide di destinare un piccola somama per il nutrimento dell’anima….più che delle saccocce o della frustrazione di alcuni….
ma farà m’pó come je pare???
poi però me riccomanno…quanno jete a stusciuni fori città…..e ve dimannano da do venite…..
diteje…..
“Da SPOLETO a Città D’ARTE!!!!?”
pija n’corbu..!!!!
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Breve storia Triste
Contatori che si sbriciolano
Cornetti freschi o surgelati?
Spettacolo al Teatro. Scale chiuse.
Manifestazione a Scheggino
Cartoline viaggiate
Continua a leggere RIASSUNTO GRUPPACCIOIl mio amico Albertone, chiamato dagli amici “Cento cervelli” per la sua attitudine a far funzionare la capoccia, definiva “discussioni Strappamajette” quelle che si tengono al bar.
Succede quando due persone discutendo su argomenti da bar appunto, quindi semplici, si accalorano e cominciano a spingersi e poi si aggrappano alla maglietta l’uno dell’altro fino a strapparla, urlando: “…tenetemi, fermatemi che sennò je meno“.
Modalità “strappamajette” appunto.
E quello è un atteggiamento che, sbagliando, possiamo assumere un po’ tutti noi semplici abitanti di questo pianeta imperfetto.
Per questo la società sana elegge dei rappresentanti più maturi e dotati di forti qualità di diplomazia, li elegge soprattutto per trovare una soluzione civile a qualsiasi disputa.
Questo vale anche per le guerre ovviamente.
Deleghiamo insomma ai politici la soluzione diplomatica a qualsiasi tipo di conflitto, perché sennò va a finire a “strappamajette” e quello oltre che infantile, manco risolve. “Teneteme che je meno“.
Se però i politici, come succede in questi giorni, ci suggeriscono, magari pure indebitandoci, oppure sottraendo risorse a sanità, cultura, scuola, sviluppo, di comprare armi (che sarebbero per chi si fosse distratto, quelle attrezzature di cui parla anche la Costituzione all’art, 11, quelle cose che servono per la guerra) allora qualcosa a mio avviso funziona male .
Parte una specie di corto circuito che il mio amico Albertone avrebbe potuto usare per spiegare il senso della modalità “Strappamajette“.
Ciao Albertò. Un saluto da quaggiù dove si rischia sempre di ritrovarsi con la maglietta strappata o magari pure bruciata.
La vicenda di Stellantis, con la chiusura di stabilimenti, delocalizzazioni e ridimensionamento della forza lavoro, rappresenta una delle sfide più complesse per il settore industriale in Italia, con impatti devastanti su occupazione e sviluppo territoriale. Le soluzioni non possono limitarsi a interventi emergenziali, ma richiedono strategie integrate e di lungo periodo. Ecco alcune proposte concrete:
Conclusione
Affrontare la crisi Stellantis richiede una visione integrata che combini innovazione, sostenibilità e protezione sociale. Coinvolgere i lavoratori, le comunità locali e le imprese in un progetto condiviso può trasformare una minaccia in un’opportunità per l’industria italiana.
Se vuoi approfondire uno di questi punti o discutere di un progetto specifico, fammi sapere!
4o
E sarebbe stupido pensare alla nazionalizzazione delle fabbriche in crisi?
ChatGPT
Non è affatto stupido pensare alla nazionalizzazione come una possibile soluzione per le fabbriche in crisi, ma è una scelta che presenta pro e contro significativi. Storicamente, questa strategia è stata utilizzata in momenti critici per salvaguardare settori strategici o garantire posti di lavoro, ma il suo successo dipende molto dal contesto e dalla gestione successiva.
Un approccio meno drastico potrebbe essere la nazionalizzazione temporanea o parziale. Questo modello è stato utilizzato in passato con successo:
Con un approccio simile, lo Stato potrebbe:
La nazionalizzazione non è una soluzione stupida, ma deve essere valutata con attenzione, considerando il contesto economico, sociale e politico. Potrebbe funzionare come ultima risorsa o in combinazione con altri strumenti, come investimenti pubblici mirati, incentivi alla riconversione industriale e partnership strategiche.
Se il settore automobilistico è considerato davvero strategico per il futuro del Paese, una nazionalizzazione mirata e temporanea potrebbe rappresentare una scelta coraggiosa ma sensata.
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Lo hanno definito “Il Quinto Beatle“. Pete Best di Liverpool come gli altri componenti del gruppo che ha segnato la storia della musica del 1900.
Sono stato a teatro. Al Nuovo Menotti di Spoleto. Lo spettacolo era “Arlecchino?” scritto e diretto da Marco Baliani. Un po’ lento all’inizio, la difficoltà del dialetto veneto abbastanza carico, ma dopo un po’ tutto migliora e si finisce in crescendo. Tutto sommato uno spettacolo gradevole da vedere.…
Riceviamo e volentieri pubblichiamo: di Aurelio Fabiani: TORNIAMO IN PIAZZA, PER RIMETTERE AL CENTRO DELL’ ATTENZIONE LA RIPERTURA DEI REPARTI DEL SAN MATTEO CHIUSI NEL 2020 E LA DIFESA DELLA SANITÀ PUBBLICA.
di Adam El Falehm UMBRA OGGI Il sindaco di Foligno deposita la ricetta della crescionda come dolce tipico Foligno, 1 aprile 2025 – Un momento storico per la tradizione gastronomica umbra: dopo la Rocciata, anche la Crescionda viene ufficialmente riconosciuta come dolce tipico della città.
di Moreno Carlini Ma solo a me arrivano bollette del gas che stordiscono per quanto sono alte? Va bene la guerra, va bene che si sono fatte delle scelte stupide nella politica internazionale, va bene pure che l’Italia si è rivolta ad altri fornitori che quelli di prima…
di Sergio Grifoni Anche quel giorno era il 30 marzo, ma di martedì e dell’896. Negli stanzoni sbrilluccicanti del Vaticano, il mistico silenzio aveva lasciato spazio al chiassoso vociare e al fastidioso stridìo delle corazze che fasciavano strafottenti i mistici corpi delle guardie papaline.
Le puntate di Don Matteo che mi è capitato di vedere, cominciano ad esprimere quell’atmosfera rarefatta tipica dei telefilm, spesso anglosassoni, che trattano di omicidi in provincia.
La città di Spoleto comincia sempre più ad assumere il ruolo di palcoscenico sfilandosi generosamente da quello di protagonista, per lasciare spazio a storie che cominciano a mio avviso ad avere un carattere.
Sempre di costruzione semplice si tratta, ma l’intreccio nel racconto di diversi livelli di accadimenti, muove un interesse che nelle prime puntate mi sembrava non ci fosse.
Bravi gli autori e chi costruisce la puntata e pure gli attori che si devono confrontare con quelli di prima tanto apprezzati dagli spettatori.
Poi che Spoleto diventi la città di Don Matteo è un male, ma solamente se rimane solo quello.
Spoleto può ospitare le avventure del prete detective e anche altro, esaltando la sua funzione di città tagliata per lo spettacolo.
Bravi!
E qualcuno capirà anche lo sforzo fatto per apprezzare questa serie nata come strapopolare, che però riesce a crescere, anche se lentamente, nella costruzione drammaturgica.
Peccato che il giovedì la serie girata a Spoleto sia nello stesso orario di “Splendida Cornice” di Geppi Cucciari, vera perla della programmazione RAI.
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Proprietario di un ristorante
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo. da Camilla Laureti Europarlamentare PD PROIETTI, LAURETI (PD): PIENA SOLIDARIETÀ. NON CI FERMERANNO SESSISMO E MISOGINIA “Alla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, va la piena solidarietà per i vergognosi attacchi sessisti ricevuti.
“La 57esima edizione di Vinitaly conferma la potenzialità del settore del vino, che in Italia e in Europa rappresenta un asset strategico sul piano del valore culturale, economico e di sviluppo.
E rieccoci qua. Sabato 5 aprile 2025. Pure questa settimana abbiamo trovato molti argomenti da discutere. In testa a tutti il femminicidio di Laura, una ragazza uccisa in casa dal marito. Un evento terribile che ha smosso il cuore degli spoletini.
E se ti chiedono l’autorizzazione a cementificare una zona verde, rispondi di no. Non ti astenere.
Lo hanno definito “Il Quinto Beatle“. Pete Best di Liverpool come gli altri componenti del gruppo che ha segnato la storia della musica del 1900.
Sono stato a teatro. Al Nuovo Menotti di Spoleto. Lo spettacolo era “Arlecchino?” scritto e diretto da Marco Baliani. Un po’ lento all’inizio, la difficoltà del dialetto veneto abbastanza carico, ma dopo un po’ tutto migliora e si finisce in crescendo. Tutto sommato uno spettacolo gradevole da vedere.…