Ancora non siamo in periodo elettorale, ma già si cominciano ad incontrare amministratori e aspiranti tali che escono dal palazzo e si fermano a salutarti e a scambiare due chiacchiere.
Magari è solo merito della primavera e del tempo buono, o forse comincia a diffondersi nell’aria l’odore dell’importanza che ha il confronto con la base.
Non credo.
Però, appena fuori dal palazzo, questi personaggi continuano comunque a conservare quella evidente forma di fastidio per tutto quello che pensa la gente, soprattutto riguardo la situazione cittadina.
Un fastidio che ha attraversato più o meno tutte le amministrazioni che si sono fino a qui succedute e che verrà faticosamente soffocato solo nell’avvicinarsi ancora di più alla prossima tornata elettorale, quando il bisogno di consenso diventerà più forte del disinteresse.
Poi, appena usciti da quell’impegno, obbligatorio per chi vuole accedere alle comode poltrone offerte dal potere, dopo le elezioni insomma, via di nuovo come prima e i rappresentanti eletti da chi ha votato, troppo spesso in maniera superficiale e distratta, precipiteranno ancora in quell’antipatico “Iososticazzismo“ che ci continua ad impedire di crescere sani.
Stipendi troppo alti? Troppi privilegi?
Boh. Ormai non lo so più.